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Geotermia e fotovoltaico: Energia pulita prodotta in casa

Con un impianto da poche migliaia di euro si ottiene elettricità, si scalda l'acqua e si rinfresca la casa

Proponiamo di seguito l'articolo de Il Sole 24 ore con intervento di DoctorEnergyPlus
 Il Sole 24 Ore
 Gaia Giorgio Fedi
 06/10/2014
 
Nell'equazione tra risparmio e rispetto dell'ambiente, una possibile variabile è l'autoproduzione di energia: installare un impianto che consenta di produrre energia elettrica, integrare il sistema di riscaldamento, scaldare l'acqua corrente o rinfrescare gli ambienti. «Tra i sistemi più diffusi per produrre energia in casa ci sono il fotovoltaico e il geotermico», spiega Antonia Guerra, ingegnere e direttore di architetturasostenibile.it. Il fotovoltaico, che sfrutta la radiazione solare per produrre energia elettrica, prosegue, «è la tecnologia più consolidata e diffusa. Sfrutta le radiazioni del sole anche il solare termico, utile alla produzione di acqua calda sanitaria». Ovviamente, non tutti possono installare i pannelli e i collettori solari necessari per questi impianti, perché servono gli spazi giusti: «Il fotovoltaico e il solare termico richiedono superfici più o meno ampie a seconda delle esigenze - argomenta Guerra - ma comunque ben esposte (non ombreggiate da vegetazione, edifici, ecccetera), condizione non sempre possibile negli appartamenti di città». Ma se si vive in appartamento è comunque possibile mettersi d'accordo con il proprio condominio per fare installare i pannelli sul tetto, in modo da abbattere le spese comuni. Un'altra tecnologia, non ancora molto diffusa ma molto efficiente, è quella geotermica, che «permette di trasferire le temperature del terreno (più calde di quelle esterne in inverno e più fresche in estate) agli edifici da riscaldare o raffrescare», spiega ancora l'esperta. «Le sonde geotermiche penetrano nel terreno in verticale o in orizzontale. La seconda opzione, meno efficiente della prima ma con prezzi di installazione minori, è possibile solo se si dispongono di ampi spazi intorno alla propria abitazione». Un altro sistema per produrre energia è il biogas, che si produce con la combustione dei rifiuti organici, «ma la mancanza di normative, incentivi e tecnologie efficienti a costi abbordabili ne impedisce la diffusione», precisa Guerra. Ma quanto conviene un impianto per l'autoproduzione? «Anche ora che gli incentivi del conto energia non ci sono più, il fotovoltaico è un'alternativa molto interessante», spiega Massimo Bollo, consulente e socio di Doctor Energy Plus. «Innanzitutto perché in questo modo il costo dell'energia rimane costante per oltre 20 anni, mentre il costo dell'energia che si paga in bolletta può rincarare», aggiunge. Ma non solo: quando c'è bisogno di energia, la prima che viene utilizzata è quella autoprodotta in quel momento. Se manca, per esempio perché è notte, l'impianto la prende dalla rete, e quindi quell'elettricità verrà pagata in bolletta. «Ma se l'energia prodotta non viene utilizzata (perché magari non c'è nessuno in casa), in quel caso viene ceduta alla rete e usufruisce dello "scambio sul posto", ottenendo una remunerazione dal Gse a un prezzo che si avvicina a quello pagato dall'utente». In fin dei conti, un bel risparmio, che consente di abbattere il costo dell'impianto in pochi anni. «Va inoltre considerato che sul costo dell'impianto c'è la detrazione Irpef del 50% per tutto il 2014», aggiunge Bollo. I sistemi fotovoltaici costano circa 3mila euro per mw, e per il fabbisogno medio di una famiglia di quattro persone basta un impianto di 3 mw.
Un impianto solare termico, con cui si può scaldare l'acqua sanitaria, integrare il riscaldamento o rinfrescare la casa (se prevede un sistema di solar cooling) ha un costo variabile a seconda della tecnologia utilizzata e della grandezza dell'impianto, ma in media per una famiglia di quattro persone si aggira tra 3.500 e 5mila euro. E in questo caso gli incentivi ci sono: per un impianto del genere, spiegano dal Gse, si può usufruire del conto termico, che prevede il rimborso in contanti del 40% dell'importo massimo consentito in due o cinque anni. In alternativa, è prevista la detrazione Irpef del 65% per gli interventi su edifici già esistenti.
Ma per l'equazione risparmio/ecologia non c'è solo l'autoproduzione: «Il risparmio si può e si deve ottenere anche con la maggiore consapevolezza dei propri consumi», spiega Lorenzo Pacorini, amministratore delegato di Enerlife, società che ha realizzato degli strumenti per analizzare e monitorare i dati di consumo delle utenze. «Posso produrre energia in maniera più efficiente, ma se la spreco il problema rimane», aggiunge Pacorini. Sul mercato sono disponibili diversi dispositivi per controllare i propri consumi. Oltre ai sistemi Enerlife, che da inizio dicembre saranno disponibili anche per le famiglie con un progetto pilota, ci sono anche le soluzioni di Optima Italia, che offre servizi di analisi dei consumi abbinati ai piani tariffari personalizzati su luce e gas. Mentre per i clienti Edison c'è il sistema Energy Control, che permette di monitorare i consumi di elettricità e la relativa spesa.
 
 


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